La Metaura

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Date: 1450-1500

Work ref: 108
Manuscript ID: 136
Type: Prose

Author

Anonymous

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Related to Aristotle's

Meteorology

Branch of Philosophy

Natural Philosophy
—Astronomy

Foliation

ff. 1r-58r

Seen

Yes



Physical Description

Paper; ff. 58 + 9 (blank); mm. 339_234; old binding in wood and vellum; 2 columns, 37 lines. Watermark: cf. Briquet 3373 (a. 1460s-1470s; though it is not exactly the same).

Internal Description

<1ra> <red rubric> Questo libro si chiama la metaura d'Aristotile et questo nome metaura è nome grecho et è chomposto o di meta ch'è a·ddire trasetheorum che tanto vale ad dire quanto chontemplaçione delle chose che trapassano queste chose di sotto. Dicho delle cose che·ssono ingienerate di sopra delle quali si tracta principalmente in questo libro nel quale Aristotile parlò molto in brieve sommario. Ma frate Alberto dalla Magnia de predichatori grande maestro in divinità et filosafo lo spuose chome potrete vedere apresso chon tucto parlasse molto proliso et troppo [retripichando]. Et però ad ongni chapitolo del detto d'Aristotile diremo di sopra testo et a quello che sopra ciò disse frate Alberto diremo di sopra isposiçione.

<1ra-18vb> <book I> <text> Prolago d'Aristotile sopra la metaura Primo libro. Capitolo I. <inc> Poscia ch'abbiamo decto delle cose naturali in gienerale et delle stelle le quali ordinano lo mondo et della disposiçione del chorpo ultimo elemento gienerale et della qualità delli heliminti e·lla mutaçione loro pare che habbiamo oggimai a·ddire delle chose che addivengniono innalti [sic] presso al·luogho delle stelle chome della ghallagia <1rb> <comm> <red rubric> Sposizione di frate Alberto <inc> Poscia che Aristotile ha decto delle chose naturali in gienerale in uno libro ch'è il primo della philosofia naturale cioè la Fisicha nel quale libro elli tracta del movimento in gienerale che poscia che decto delle stelle le quali per loro movimento ordinano lo mondo. <18rb> <text> <expl> Addunque abbiamo tractato della ghallaxia et delle stelle c'hanno choma et di fuochi ch'apparischono nell'aria et della sub. <18vb> <comm> <expl> Addunque abbiamo diterminato della ghallaxia et delle stelle c'hanno choma et di fuochi ch'apparischono nell'aria et dello asub. Qui si termina la sentençia del primo libro. <red rubric> Qui finiscie il primo libro della metaura d'Aristotile. Et chomincia i·libro sechondo Cap.° p.°

<19ra-49ra> <book II> <text> <inc> Diciamo ora d'altre cose che sono ingienerate innalti sotto il·luogho del quale abbiamo detto et è il·luogho secondo dico che·lla prima chagione che muove questi vapori è il movimento del cielo et del sole e della luna e delle stelle. <comm> Sposiçione <inc> Abiamo detto nel primo libro delle chose che·ssi ingienerano nel fuocho alto dell'aria di vapore chaldo e seccho. <47vb> <text> <expl> Adunque abiamo detto in questo libro del mare e dell'altre acque e di loro natura. <49ra> <comm> <expl> E queste cose che sono dette dell'acque bastino che altre cose che se ne potrebbono dire si possono intendere per queste che dette sono e anche perché s'apartenghono più alla sciença della medicina e qui si termina la sentençia del secondo libro.

<49rb-58rb> <book III> <rubric> Comincia il terço libro della metaura nella quale Aristotile tratta de venti. Cap. p.° <text> <inc> Dappoi che·nnoi abbiamo detto della natura del mare e della sua salseçça diciamo omai de venti. Dicho che'l vento australe è caldo e trae forte ed escie de luoghi chaldi e secchi e struggie la materia della rugiada <comm> Sposiçione <inc> Poi che nel·libro detto innançi a questo abiamo diterminato di tutte le'npressioni umide o sieno generate in alti o generate di sotto e abiamo detto del mare e della sua salseçça, in questo libro diterminaremo delle chose che·ssi ingenerano di vapore seccho <56va> <text> <expl> e tra meççodì e fanonio [sic] sono due venti, l'uno seguita fanonio, e l'altro meççodì e tra meriggio e susolano sono due venti l'uno seguita meriggio e l'altro subsolano. <58rb> <comm> <expl> Anche è chiamato in grecho uno de suoi collaterali verso ponente çephiro inperò che i fiori e l'erbe per suo fiato pigliano vita, onde çee in grecho è a dire vivere, fanonio è detto perché favoreggia le chose che naschono in terra. Settantrione è detto dalle sette stelle che sono intorno al polo.

Bibliography

Revelli 1929: 177, n°504 [description of the ms.]; Iter VI, 74b.

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Online references




Original Record Author
Eugenio Refini
Record Last Updated On
08/03/2013
Record Last Updated By
Eugenio Refini

Citation
Eugenio Refini, ‘La Metaura’, in Vernacular Aristotelianism in Renaissance Italy Database (VARIDB)
  <https://vari.warwick.ac.uk/items/show/4372> [accessed 19 April 2024]