Trattato dei governi di Aristotile

Title

Trattato dei governi di Aristotile

Description

Paper; ff. [I] + [7 n.n.] + 520 [i.e. 272 pp. + 338 ff.] + [I]; mm. 205_283. Autograph copy with corrections and additions. Title on spine: 'Trattato / dei Governi / di Aristotile / tradotto dal / Greco in Fior(enti)no / da Bernardo Segni'.

Creator

Date

1548

Contributor

Type

Prose

Identifier

Is Referenced By

Iter I, 65a; Bionda 2002.

Audience

Manuscript ID

18

Foliation

ff. 1-520

Seen

Yes

Branch of philosophy

Internal description

<[1]r> <title page> TRATTATO DEI / GOVERNI DI / ARISTOTILE // TRADOTTO DA DI / GRECO IN LINGVA / VVLGARE1 FIOREN= / TINA DA BER= / NARDO SEGNI CITTA= / DINO GENTIL / HVOMO ET ACCADEMI / CO FIORENTINO.

<[2]r-[6]r> <epistle> ALLO ILLVSTRISS. ET ECCELLEN= / TISS.° S. ET PAD.° MIO IL S. COSIMO / DE MEDICI DVCA DI FIRENZE. <inc> Egli è stata mia intentione Ill.mo P. da\p/poi che io haveva messo in questa nostra lingua vulgare l'Ethica d'Aristotile con alquanto di commentatione, di metterci medesimamente il trattato fatto da lui sopra la consideratione dei governi chiamato generalmente \la/ Politica, per la ragione che questo trattato conseguita a quello della Ethica, et sono, a dire il vero, amendue congiunti sotto l'universal consideratione della civil facultà. <expl> Et \a lei/ di tal maniera ben la togliesse\te/, che ella a guisa di serpente che habbia gittato lo scoglio, o di Phenice, che doppo molti secoli ritorni in vita con un altro principio, et con miglior forma di vivere sia per pigliare augumento felice, et voi per riempiere [sic] di celebratissima fama. Di Firenze. Alli Vij. d'Viijbre M.D.Xlviii. Di V. Ecc.za Ill.ma / Servitor Bernardo Segni.

<1-90> <book I> La Politica d'Aristotile di Ber.do Segni / Libro Primo. / Della città, della casa et del borgo. Cap. I. / <text inc> Perché e' si vede che ogni città è una certa compagnia, et perché ogni compagnia è constituita per fine di conseguir qualche bene, che invero ogni cosa che s'opera è operata per cagione di quello che par bene, è però manifesto che ogni compagnia ha in consideratione et in fine qualche bene: et che quella, che infra tutte l'altre è la principalissima, et che tutte l'altre contiene, ha per fine il bene, che è principalissimo, et tale non è altra che la città et la compagnia civile. <6> <comm inc> \Perché e' si vede./ Havendo il sommo Filosofo nel libro dell'Ethica dataci la dottrina che può far l'huomo felice, et mostratone dove consista essa felicità humana, et mediante che cosa ella si possa acquistare, in questo secondo trattato morale si seguita di dar <7> la dottrina da far felice et beata la città intera, la qual cosa parendo che sia più degna, che non è \a/ afar un solo huomo, sì come egli dice anchora nel III capitolo del primo libro dell'Ethica, farà forse parer ragionevole che questo trattato della Politica sia più nobile di quello dell'Ethica. <85> <text expl> Laonde essendosi qui determinato di loro, \et/ de\\l resto// l'altre cose si dirà conseguentemente et \altrove dovendosi determinare/ lasciato qui, come finito, questo ragionamento, parliamo horamai con un altro principio: et innanzi tratto facciam consideratione di quello che è stato detto dai savi della Republica op\t/tima. <90> <comm. expl> \M/mostrando in tal maniera et quale arte da guadagnare se le convengha, et che et quale le sia ministra, et qual sia contro a natura: havendo conchiuso in questo ultimo capitolo che maggiormente si debbe attender dal governo di casa a curare le cose possedute, che hanno l'anima, che quelle che ne mancano; contro alla usanza dei più, che ogni loro intento mettono in far roba et lasciano ogni cura et pensiero di instruire i figliuoli et le mogli et li servi.
<91-214> <book II>
<214-225r> <book III>
<225v-282v> <book IV>
<283r-421v> <book V>
<422r-445r> <book VI>
<445v-500r> <book VII>
<500v-520v> <book VIII> LIBRO OTTAVO / Che li fanciugli debbono essere ammaestrati publicamente. Cap.° I°. <text inc> Che il legislatore adunque\che/ debba mettere diligenti\z/ia circa l'eruditione dei' fanciugli niuno è che lo contradicha; perché tal cosa non osservata nelle città nuoce al governo d'esse, dovendosi fare l'eruditione secondo che sono li governi: conciosia che ciascun governo ha li costumi che gli son proprii. Et il propio costume è quello che mantiene il governo et che da principio lo constituisce. Verbigratia il Pop.re constituisce lo Stato del Popolo, et quello dei Pochi constituisce lo stato d'essi Pochi potenti; et così sempre il miglior costume constituirà miglior sorte di Stato. <501v> <comm inc> Che il legislatore adunque\che/. Cap. I. Havendo il Phi. \Filos./ di sopra provato il fine doversi ire preparando mediante li mezi, et il fine della buona Rep.ca non essendo altrimenti che il fine d'un solo huomo \et tal fine è/ la felicità; et li mezi da conseguirla essendo li costumi, et l'eruditione, però nel principio di questo libro et in questo capitolo mostra il phi che li cittadini d'una ottima rep.ca debbono essere instrutti da prima a quella mediante li costumi et la eruditione. <519r> <text expl> Anchora se gli è Armonia nessuna, che si convenga alla età puerile per partorire a un tempo medesimo et ornamento et disciplina, certo che l'Armonia Lidia infra tutte le altre par che faccia un simile effetto; nella quale però insegnandola per eruditione questi tre termini debbono esser usati, cioè il \M/ediocre, il \P/ossibile et il \C/onvenevole. <520v> <comm expl> Et nello ottavo et ultimo vuole ei formare un cittadino buono, et cominciasi da essa natività conducendolo insino alla età da imparar la musica; nella qual materia ferma egli il suo discorso: et finisce il libro senza a dare l'ultima perfettione a questa opera. / TELOS [sic].

Paratextual elements

1. epistle to Cosimo I Medici (October 7th 1548), ff. [2]r-[6]r.

Record last updated

08/03/2013

Record last updated by

Eugenio Refini

Collection

Citation

Eugenio Refini, ‘Trattato dei governi di Aristotile’, in Vernacular Aristotelianism in Renaissance Italy Database (VARIDB)
  <https://vari.warwick.ac.uk/items/show/4254> [accessed 21 November 2024]