Introduzione alla morale
Title
Introduzione alla morale
Description
Paper; ff. [II], 95, [III]. mm. 238_340; card binding. Ex libris “P.A. Guadagni”; "Ciaccheri" (f. 1r).
Creator
Contributor
Type
Prose
Identifier
Is Referenced By
Iter II, 152b.
Shelfmark
Manuscript ID
66
Foliation
ff. 1r-33r
Seen
Yes
Genre
Internal description
<1r> Introdutione alla / morale / Di Camillo Baldi Dottore Bolognese / Proemio. <inc> Dice Plutarco che gl'huomini devono ben presto apparare quel mestiero che alla sua vita pensano haver a fare; avvertendo che sia tale che utile et honore gl'apporti sino che vive. Et perché accade che di tutte l'arti et tutti gl'essercitii niuno è più bello né più utile né che maggior commodo et contento apporti, che far professione di huomo da bene, et di persona honorata, però di deve cercare di appararla a buon hora per poterla porre lungamente in opera: sarà pertanto non fuori di proposito per introdurci a questa cognitione che civile si chiama, dichiarare alcuni termini et principii dalli quali siamo resi più atti ad intendere compitamente quello che a questa professione si conviene, la quale ugualmente giova a i poveri, et a' ricchi, a i giovani et a' vecchi, et disprezzata ugualmente nocerà ad ogni età.
<1r> Che cosa sia huomo da bene. Cap.lo p.mo. <inc> La civil facultà, alla quale si referisce questo trattato è una cognitione che ha per fine fare gl'huomini da bene: esser huomo da bene, vive bene et far bene è il medesimo: chi è tale, opera sempre con buona et retta ragione, et buona è fatta la ragione dalla propria virtù. Adunque l'huomo da bene è quello che sempre opera con la retta ragione, et in ciò consiste l'humana bontà, e questo è il fine delle attioni humane: l'huomo cattivo a questo è contrario, et non fa <1v> bene, anzi male, cioè non opera con retta ragione, ma dalla virtù di quella discostandosi nuoce ad altri: è proprio dell'huomo da bene far bene, ma non perciò tutti quelli che fanno bene sono huomini da bene, come né tutti quelli che si salutano sono amici nostri, o vero quelli che ci ridono in viso. <31r> <expl> Da le cose predette adunque è chiaro che cosa è giustitia et che ingiustitia, et circa a quali cose ella si occupa, et che cosa è ingiuria et che niuno nelle bene instituite republiche deve fare la vendetta da sé, et niuna bene ordinata republica deve lassare ingiuria et ingiustitia alcuna impunita, né alcuno ben fare senza il suo premio, essendo sicurissimo che chiunche republica o stato lascerà d'adoperare la giustitia conforme a l'essere et natura sua, lungamente non potrà durare. Che soa adunque sia honore, huomo honorato et da bene, et quali cose si ricerchino a chi vuol esser tale, et come difficilmente si può essere da bene senza roba, senza amici et reputatione, è chiaro dalle cose sudette; et è chiaro ancora come si deva l'huomo servire delle tre sudette cose non essendo altro le virtù attive se non certe cognitioni et regole che insegnano valerci della roba, delli amici, et della reputatione et di tutti gl'altri beni esterni, se altri vi sono, secondo che la retta ragione et la prudenza ne insegna e prescrive. E tanto basti a dire delle virtù attive.
<1r> Che cosa sia huomo da bene. Cap.lo p.mo. <inc> La civil facultà, alla quale si referisce questo trattato è una cognitione che ha per fine fare gl'huomini da bene: esser huomo da bene, vive bene et far bene è il medesimo: chi è tale, opera sempre con buona et retta ragione, et buona è fatta la ragione dalla propria virtù. Adunque l'huomo da bene è quello che sempre opera con la retta ragione, et in ciò consiste l'humana bontà, e questo è il fine delle attioni humane: l'huomo cattivo a questo è contrario, et non fa <1v> bene, anzi male, cioè non opera con retta ragione, ma dalla virtù di quella discostandosi nuoce ad altri: è proprio dell'huomo da bene far bene, ma non perciò tutti quelli che fanno bene sono huomini da bene, come né tutti quelli che si salutano sono amici nostri, o vero quelli che ci ridono in viso. <31r> <expl> Da le cose predette adunque è chiaro che cosa è giustitia et che ingiustitia, et circa a quali cose ella si occupa, et che cosa è ingiuria et che niuno nelle bene instituite republiche deve fare la vendetta da sé, et niuna bene ordinata republica deve lassare ingiuria et ingiustitia alcuna impunita, né alcuno ben fare senza il suo premio, essendo sicurissimo che chiunche republica o stato lascerà d'adoperare la giustitia conforme a l'essere et natura sua, lungamente non potrà durare. Che soa adunque sia honore, huomo honorato et da bene, et quali cose si ricerchino a chi vuol esser tale, et come difficilmente si può essere da bene senza roba, senza amici et reputatione, è chiaro dalle cose sudette; et è chiaro ancora come si deva l'huomo servire delle tre sudette cose non essendo altro le virtù attive se non certe cognitioni et regole che insegnano valerci della roba, delli amici, et della reputatione et di tutti gl'altri beni esterni, se altri vi sono, secondo che la retta ragione et la prudenza ne insegna e prescrive. E tanto basti a dire delle virtù attive.
Record last updated
08/03/2013
Record last updated by
Eugenio Refini
Collection
Citation
Eugenio Refini, ‘Introduzione alla morale’, in Vernacular Aristotelianism in Renaissance Italy Database (VARIDB)
<https://vari.warwick.ac.uk/items/show/4302> [accessed 24 November 2024]
<https://vari.warwick.ac.uk/items/show/4302> [accessed 24 November 2024]