Aristotile dello amore nel secondo libro della Rethorica
Title
Aristotile dello amore nel secondo libro della Rethorica
Description
Paper; misc., comp.; ff. III, 79, II; mm. 190_270. Old binding in parchment. Watermark: cf. Briquet 13648 (a. 1570). General title at f. IIr: 'Trattati diversi'; the ms. has been part of the Ambrosiana collection since 1603 (Olgiati). One of the texts is dated 1570.
Creator
Contributor
Type
Prose
Identifier
Shelfmark
Manuscript ID
124
Foliation
ff. 70r-79v
Seen
Yes
Genre
Branch of philosophy
Internal description
<70r-79v> Aristotile dello Amore nel secondo libro della Rethorica
<70r-71v> <text> <inc> La diffinitione dell'Amicitia et di quello istesso che è lo amare dimostrerà hora quali et per qual cagione noi soliamo amare overo odiare. \\1.// Lo amare è dunque havere buona volontà verso alcuno de suoi beni et con ogni sforzo esser autore et procuratore di quelli, non per proprio interesse, ma per cagione di colui ch'egli ama. \\2.// Amico è quello che così ama con il pari volere di colui ch'egli ama. E quelli si stimano essere amici i quali così stimano che sian gli amici verso loro stessi, come eglino sono verso loro. \\3.// Da ciò che s'è detto necessariamente si conchiude che tal bisogna essere lo amico, che s'allegri delle prosperità dell'altro, et si dolga delle sue sciagure, non per altra cagione che del suo amico. Impercioche tutti gioiscono quando gli avengono le cose desiderate et si dolgono delle contrarie et così aviene che 'l piacere o allegrezza et il piacere o dolore che l'huomo sente siano certissimi argomento della volontà che alcuno ha verso l'altro. <expl> \\28.// Le specie delle amicitie è chiaro che sono molte. La compagnia, la dimestichezza, la parentella, et tutte simili. \\29./ Ma in vero l'amicitia si genera specialmente da queste cagioni, se haverai fatto beneficio di grado, se fattolo senza esserne pregato, se dopo lo haverlo fatto non lo divolgherai, percioche in cotesta maniera non per cagione et amore del ricevitore, lo haverai fatto, ma accio che s'intenda che tu sei quello che gli lo habbi fatto, ma nell'altro modo che tu non habbi havuto riguardo ad altro che a giovare all'amico. Questo ha scritto Aristotele.
<71v-79v> <commentary> <inc> Prima si dimostra quali cose si deono considerare nell'acquistarsi lo amore, et quali siano coloro che soliamo amare et odiare, et per qual cagioni et ultimamente come siano affetti coloro che agevolmente amano
<70r-71v> <text> <inc> La diffinitione dell'Amicitia et di quello istesso che è lo amare dimostrerà hora quali et per qual cagione noi soliamo amare overo odiare. \\1.// Lo amare è dunque havere buona volontà verso alcuno de suoi beni et con ogni sforzo esser autore et procuratore di quelli, non per proprio interesse, ma per cagione di colui ch'egli ama. \\2.// Amico è quello che così ama con il pari volere di colui ch'egli ama. E quelli si stimano essere amici i quali così stimano che sian gli amici verso loro stessi, come eglino sono verso loro. \\3.// Da ciò che s'è detto necessariamente si conchiude che tal bisogna essere lo amico, che s'allegri delle prosperità dell'altro, et si dolga delle sue sciagure, non per altra cagione che del suo amico. Impercioche tutti gioiscono quando gli avengono le cose desiderate et si dolgono delle contrarie et così aviene che 'l piacere o allegrezza et il piacere o dolore che l'huomo sente siano certissimi argomento della volontà che alcuno ha verso l'altro. <expl> \\28.// Le specie delle amicitie è chiaro che sono molte. La compagnia, la dimestichezza, la parentella, et tutte simili. \\29./ Ma in vero l'amicitia si genera specialmente da queste cagioni, se haverai fatto beneficio di grado, se fattolo senza esserne pregato, se dopo lo haverlo fatto non lo divolgherai, percioche in cotesta maniera non per cagione et amore del ricevitore, lo haverai fatto, ma accio che s'intenda che tu sei quello che gli lo habbi fatto, ma nell'altro modo che tu non habbi havuto riguardo ad altro che a giovare all'amico. Questo ha scritto Aristotele.
<71v-79v> <commentary> <inc> Prima si dimostra quali cose si deono considerare nell'acquistarsi lo amore, et quali siano coloro che soliamo amare et odiare, et per qual cagioni et ultimamente come siano affetti coloro che agevolmente amano
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et con facilità si movono ad odiare. E di ciascuno di questi si dirà al suo luogo, diffiniendo prima che sia lo amare. Lo amare è un desiderare ad altrui le cose buone per cagione di colui ch'egli ama. Et di quelle cose a tutto suo potere esser autore et procuratore, et in questa diffinitione posta da Aristotele si disegnano le note della vera amicitia. Percioche nella falsa si ha rispetto alla propria utilità et non alla dignità et persona di colui che si stima che sia amato. Da questa diffinitione non discorda punto la descrittione della divina carità posta da Paolo. <expl> Tra quelle cose che cagionan amicitia si connumerano il molto pratticare insieme, la conversatione et la piacevolezza de costumi, impercioché l'amicitia si conferma e dal beneficio ricevuto et dall'animo pronto conosciuto et dalla conversatione et dimestichezza. La ragione si cava dalla diffinitione della amicitia che chi in quel modo haverà fatto il beneficio, paia haverlo fatto havendo havuto riguardo non ad altro che all'utile dello amico. Veramente dunque giudicò Socrate che non si deono ricevere gli avari né tenere in conto d'amici, perciò che quelli non fanno per cagione dell'amico alcuna cosa di grado, ma tutto per suo interesse et utile. Si veggono dunque due pesti nell'amicitie. La cupidigia del danaro et contesa d'honore et il combattere per la gloria. / Il fine.
Record last updated
08/03/2013
Record last updated by
Eugenio Refini
Collection
Citation
Eugenio Refini, ‘Aristotile dello amore nel secondo libro della Rethorica’, in Vernacular Aristotelianism in Renaissance Italy Database (VARIDB)
<https://vari.warwick.ac.uk/items/show/4360> [accessed 13 December 2024]
<https://vari.warwick.ac.uk/items/show/4360> [accessed 13 December 2024]