Esplicatione sopra il Cielo et mondo secondo Santo Tomasso
Title
Esplicatione sopra il Cielo et mondo secondo Santo Tomasso
Description
Paper; ff. I, 60, [4], 54, [2], 29, [4]; mm. 100_153. Original binding in parchment; title on spine: 'ARIS-
TOTI
LE'. At f. 1r, by a different hand: 'Accomodato à M[aestro] Josepho Gramaglia a Monte[.]', who might be the translator.
Creator
Contributor
Type
Prose
Identifier
Is Referenced By
Iter VI, 66a.
Shelfmark
Manuscript ID
210
Foliation
ff. 1r-47r (II)
Seen
Yes
Genre
Internal description
<1r> Esplicatione volgare sopra il Cielo / et mondo di Aristotile, secondo / il Prencipe de' Latini / S.to Tomasso. / Cap. P.°. <inc> La scientia naturale, ut plurimum tratta de corpi et magnitudini et de loro passioni et moti et anco de principii del tal substantia corporea mobile; perché l'enti naturali, altri sono corpi et magnitudini, come l'inanimati; altri hanno i corpi et magnitudini, come l'animati; altri sono di questi, come forma et materia. Quello è il continuo donque che è divisibile in sempre divisibili. <16v> <expl> si può anco per ragion naturale et non solo logica et metafisica considerare che sia impossibile quel che sempre fu, doppo' si corrompi, overo quel che prima non fu, doppo' esser sempiterno; perché tutti li generabili et corrumpibili sono alterabili et l'alteratione si fa dal contrario in contrario, et l'enti naturali si corrompono da quelli contrari da quali prima non essendo, si fanno et generano.
<16v> Comincia il secondo del Cielo. <inc> Che donque tutto il cielo non sia fatto né sia corruptibile, come alcuni dicono, ma è uno et sempiterno, non havendo né principio, né fine, è chiaro dalle cose premesse, havendo et continendo infinito tempo. <34v> <expl> et anco quelli matematici che hanno tentato ragione della magnitudine della rotondità della terra dicono che sia quaranta meriade di stadii, cioè 50 milia miglia (però hora dicono essere 20 milia miglia et 40). Da che ne sequita necessariamente che la terra non solo sia sferica, ma che anco non sia molto grande per comparatione all'altri astri.
<34v> Libro Terzo del Cielo. <inc> Del corpo circolare celeste et altre sfere sue parti, et delle stelle che in esso si movono, da che constino et di che natura sono, et anco che sono ingenerate et incorruptibili già habiamo tractato. <46v> <expl> perché ciascun ente naturalmente ha le passioni, virtù, et operationi et prima noi ragionaremo di queste, acciò quando haveremo considerato queste cose apparischi a noi la natura et d[.]ia et numero di esse.
<46v> Libro quarto del Cielo. <47r> <inc> Hora habiamo da considerare che cosa sia il grave et che il leve, et qual sia la lor natura et per che causa hanno queste virtù, perché la loro consideratione pertiene proprio a quella del moto, perché diciamo grave et leve, per ragion che in alcun modo mover si può naturalmente; et non hanno nomi le loro operationi. <54r> <expl> Perché se la virtù del corpo grave al moto deorsum sia magiore di quella del corpo continuo a dividesi, dividerà quello, et in giù più velocemente se n'andarà, ma se sarà di virtù più debile non dividerà, ma starà sopra et de loro accidenti sia determinato da noi in questo modo. / Il fine del Quarto del / Cielo / secondo la mente de Santo Doc- / tore Tomaso Aquinate.
<16v> Comincia il secondo del Cielo. <inc> Che donque tutto il cielo non sia fatto né sia corruptibile, come alcuni dicono, ma è uno et sempiterno, non havendo né principio, né fine, è chiaro dalle cose premesse, havendo et continendo infinito tempo. <34v> <expl> et anco quelli matematici che hanno tentato ragione della magnitudine della rotondità della terra dicono che sia quaranta meriade di stadii, cioè 50 milia miglia (però hora dicono essere 20 milia miglia et 40). Da che ne sequita necessariamente che la terra non solo sia sferica, ma che anco non sia molto grande per comparatione all'altri astri.
<34v> Libro Terzo del Cielo. <inc> Del corpo circolare celeste et altre sfere sue parti, et delle stelle che in esso si movono, da che constino et di che natura sono, et anco che sono ingenerate et incorruptibili già habiamo tractato. <46v> <expl> perché ciascun ente naturalmente ha le passioni, virtù, et operationi et prima noi ragionaremo di queste, acciò quando haveremo considerato queste cose apparischi a noi la natura et d[.]ia et numero di esse.
<46v> Libro quarto del Cielo. <47r> <inc> Hora habiamo da considerare che cosa sia il grave et che il leve, et qual sia la lor natura et per che causa hanno queste virtù, perché la loro consideratione pertiene proprio a quella del moto, perché diciamo grave et leve, per ragion che in alcun modo mover si può naturalmente; et non hanno nomi le loro operationi. <54r> <expl> Perché se la virtù del corpo grave al moto deorsum sia magiore di quella del corpo continuo a dividesi, dividerà quello, et in giù più velocemente se n'andarà, ma se sarà di virtù più debile non dividerà, ma starà sopra et de loro accidenti sia determinato da noi in questo modo. / Il fine del Quarto del / Cielo / secondo la mente de Santo Doc- / tore Tomaso Aquinate.
Online references
Record last updated
08/03/2013
Record last updated by
Eugenio Refini
Collection
Citation
Eugenio Refini, ‘Esplicatione sopra il Cielo et mondo secondo Santo Tomasso’, in Vernacular Aristotelianism in Renaissance Italy Database (VARIDB)
<https://vari.warwick.ac.uk/items/show/4446> [accessed 21 November 2024]
<https://vari.warwick.ac.uk/items/show/4446> [accessed 21 November 2024]