De la filosofia morale libri dieci. Sopra li dieci libri de l' Ethica d' Aristotile.
Title
De la filosofia morale libri dieci. Sopra li dieci libri de l' Ethica d' Aristotile.
Description
4°. *4, A-Z4, AA-ZZ4, AAA-XXX4; ff. [8], p. 504, ff. [12]. mm.
Creator
Publisher
Date
1551
Contributor
Type
Prose
Identifier
Alternative Title
Date Submitted
23/09/2012
Spatial Coverage
Edition ID
70
Copy seen
London, BL, 520.g.8
Title page
DI FELICE FIGLIVCCI SENESE, / DE LA FILOSOFIA MORALE / LIBRI DIECI. / SOPRA LI DIECI LIBRI DE L'ETHICA / D'ARISTOTILE. // A PAPA GIVLIO III. / [typographer's mark] / In Roma Appresso Vincenzo Valgrisi. / Con Privilegio di PAPA GIVLIO III. Per Anni X.
Colophon
<XXX4r> IN ROMA Appresso Vincenzo Valgrisi. / L'Anno di nostra salute M D L I.
Paratextual elements
1. author's devise (with motto 'Hinc venient Felicius uvae'), f. *1v, f. [XXXiv]r;
2. epistle to Giuseppe Sicuro by the volume's editor Giordano Ziletti (Rome, August 25th 1551), f. *2r;
3. epistle by Felice Figliucci to the Pope Julius III, f. *2v;
4. foreword by Felice Figliucci to the readers, ff. [*3]r-[*4]v;
5. prologue, ff. [*4]v-[A4]v;
6. index of books and chapters, ff. TTTr-[XXXiii]v;
7. diagrams referring to book 5, p. 201, 202, 212.
2. epistle to Giuseppe Sicuro by the volume's editor Giordano Ziletti (Rome, August 25th 1551), f. *2r;
3. epistle by Felice Figliucci to the Pope Julius III, f. *2v;
4. foreword by Felice Figliucci to the readers, ff. [*3]r-[*4]v;
5. prologue, ff. [*4]v-[A4]v;
6. index of books and chapters, ff. TTTr-[XXXiii]v;
7. diagrams referring to book 5, p. 201, 202, 212.
Visual elements
Yes
Notes
The BL copy (520.g.8) is heavily underlined throughout book 5 (with several manuscript numbers on the margins referring to sections of the Aristotelian text and some annotations mainly working as rubrics). Another BL copy (30.h.17) has no marginalia nor underlining.
Internal description
<*iir> AL MAGNIFICO M. GIVSEPPE / SICVRO HONORANDO. <inc> Io ho conosciuto in voi (gentilissimo M. Giuseppe) a molti segni un desiderio estrem d'haver perfetto conoscimento de la filosofia morale d'Aristotile, per potere secondo la sua dottrina governandovi, accrescere di giorno in giorno le virtù vostre, et ornarvi maggiormente di belli et honorevoli costumi, et a tal fine mostravate tanto intensamente desiderare che la dichiarazione del studioso giovane M. Felice Figliucci sopra li dieci libri morali d'Aristotile venisse in luce. Volendo io adunque satisfare a questo vostro non meno honesto che lodato desiderio, mosso da molta affezzione ch'io vi porto, ho vinto ogni difficultà che insin qui m'ha tenuto, e finalmente ve la mando stampata con quella diligenza, che per me s'è potuto maggiore. Ricevetela adunque con l'istessa prontezza d'animo, che desiderata l'havete, e che a la cortese natura vostra et a la mia buona volontà si conviene. Però che in questi libri riguardando discernete come in chiarissimo specchio qual sia l'imagine de l'huomo virtuoso, e veramente da bene, e proverete in voi stesso quanta forza habbiano tali ammaestramenti, non solo d'ornare gl'animi nobili d'ogni virtù, ma di purgarli d'ogni vizio. Benché a voi faccia poco mestiero la theorica di tal dottrina; essendo voi lungo tempo vissuto appresso l'honoratissimo SIGNOR MARCELLO PALONE, vero e vivo ritratto d'ogni virtù, ne li servizii del quale esercitandovi, ne havete già imparata la pratica. State sano, et amatemi come solete. Di Roma a li XXV. d'Agosto M.D.LI. / Il solito servitor vostro Giordano Ziletti.
<*iiv> AL SANTISS. E BEATISS. PADRE, / E SIGNOR NOSTRO, PAPA / GIVLIO III. <inc> Gran maraviglia è, b. padre, che desiderando gl'huomini per naturale instinto d'esser felici e beati, nondimeno il più de le volte, lasciata la diritta strada che a sì honorato fine li potrebbe guidare, sogliono per torto camino a gran passo, verso l'infelicità inviarsi. Il che io meco stesso pensando non giudico potere per altra cagione accadere che per non conoscere essi intieramente la bellezza de la virtù, né la bruttezza del vizio, che se ciò fusse loro manifesto, di leggieri avverrebbe che quella studiosamente seguitassero, questo odiosamente fuggissero. Accioché adunque il conoscimento di questa bellezza come acutissimo stimolo ci spingesse al seguitarla, con singulare artifizio Aristotile ne libri de la filosofia morale disegnandola, si ingegnò presentarcela davanti a gl'occhi, perché da la sua vaghezza presi, ogni nostro pensiero et opera rivoltassemo ad acquistarla. E perciò che questo dignissimo e gran filosofo, nel trattare troppo sottilmente le scienze, è stato in tal guisa oscuro che da molti per avventura non è pienamente inteso, pare che in lui solo si ricerchi qualche chiarezza. Pertanto desiderando io sommamente che mentre che la Santità vostra è tutta intenta a correggiere il mondo et indirizzarlo ne la vera strada de la religione, parimente Aristotile con più facilm modo che per l'addietro non ha fatto, a l'acquisto de buon costumi ci guidasse, ho cercato con ogni mio sforzo in nuova maniera renderlo chiaro, accioché in questo nostro seculo ciascuno per diverse vie si indirizzasse al ben fare. E mi avvisai dovermi venir fatto, prima traportando la sua scienza in una lingua più comune, et agevole che la greca o la latina non è, dipoi sciogliendo molte difficultà de le quali egli ad arte volse esser ripieno. Hora queste fatiche, quali elle si siano, ho voluto offerire a la B.V. accioché il mondo conosca che in ogni mio pensiero, in ogni operazione et in ogni studio, ho l'infinita sua bontà per mio fine et oggietto, al servizio de la quale, havendo già tanti anni consecrata la vita mia, meritamente ciò che da me viene, debbe esser suo. Supplico adunque la grandezza de l'animo suo humilmente, che non isdegni questo segno de la devozion mia, più per farmi degno di tanto honore, che per altra satisfazion sua, accioché io possi (sapendo ciò non le essere a noia) il restante de la filosofia d'Aristotile, più prontamente trattare con il medesmo stile. Per mostrare, com'io mi sforzo far sì, ch'io non sia al tutto da reputare indegno del favore, e de la grazia d'un tanto Principe. Di V. S.tà devotissimo et humilissimo servo Felice Figliucci.
<[*iii]r-[*iv]v> A LI LETTORI FELICE FIGLIVCCI. <inc> Quel campo (come dice il Filosofo) che non è prima ben cultivato, malagevolmente può a l'agricultore del seme ricevuto rendere il desiderato frutto. Il medesimo suole a agl'huomini avvenire, li quali, se prima gl'animi loro non hanno purgati da ogni affetto, esser non può che ammaestramento alcuno, o scienza che insegnata lor sia, apprendano giamai. <expl> Hora prima che veniamo a la propia materia et a la scienza scritta da Aristotile, non mi pare inconveniente fare un discorso intorno a la divisione e parti de la filosofia; per imitare li filosofi antichi, li quali nel principio de le opere loro sempre prepongono qualche proemio, accioché con quello preparino gl'animi de gl'ascoltanti.
<[*iv]v-[Aiv]v> SOPRA LI DIECI LIBRI DE LA / FILOSOFIA MORALE. / PROEMIO. <inc> Dovendo noi trattare li santissimi misterii e dichiarare li segreti precetti de la filosofia, tra le cui parti la morale tiene dignissimo luogo, come quella che a l'humana vita et a la conservazione de la Republica sia più che ogn'altra scienza giovevole, mi è parso conveniente e necessario che prima ad ogn'altra cosa si vegga la natura, e propietà di questa filosofia, accioché si intenda che cosa sia quella, de la quale disputiamo. <expl> Fu da tutti infinitamente ringraziato M. Claudio, e con gran piacere di ciascuno, il restante del caldo fu con piacevoli e varii ragionamenti et altri trattenimenti trapassato. Il seguente giorno adunque, a l'hora solita ritornati tutti li sopra detti gentil'huomini, e dentro ad una sala freschissima a sedere posti, quando tempo gli parve, stando ciascuno attentissimo, in cotal forma incominciò a parlare M. Claudio.
<1-59> DI FELICE FIGLIVCCI SENESE / DE LA FILOSOFIA MORALE / LIBRO PRIMO. / Persone che nel ragionamento si introducono. / M. CLAVDIO E M. ANTONIO / TOLOMMEI. / De l'universale appetito del bene, e de la diversità de fini. / Capitolo Primo. <inc> Volendo noi trattare de le virtù morali, è necessario prima sapere in quante parti si divida la filosofia morale; e però dovete sapere (secondo che afferma Eustrathio, la dottrina del quale io voglio che seguitiamo nel dichiarare Aristotile) che questa filosofia è di tre sorti. Una de le quali ha per subietto un huomo particulare, e intorno a quello si esercita, e quello cerca far perfetto co 'l mezo de le buone e virtuose operazioni. <expl> E s'io sanza altrimenti dichiararvi questa voce habito ve l'ho così liberamente detta, non vi sia maraviglia, perché si replicherà tante volte che la intenderemo, per hora teniamo che tanto sia a dire habito, quanto virtù; tale che, per tornare homai al proposito, noi vediamo la diversità tra le virtù morali e le intellettive, et in che parti de l'anima si ritruovino. E que
<*iiv> AL SANTISS. E BEATISS. PADRE, / E SIGNOR NOSTRO, PAPA / GIVLIO III. <inc> Gran maraviglia è, b. padre, che desiderando gl'huomini per naturale instinto d'esser felici e beati, nondimeno il più de le volte, lasciata la diritta strada che a sì honorato fine li potrebbe guidare, sogliono per torto camino a gran passo, verso l'infelicità inviarsi. Il che io meco stesso pensando non giudico potere per altra cagione accadere che per non conoscere essi intieramente la bellezza de la virtù, né la bruttezza del vizio, che se ciò fusse loro manifesto, di leggieri avverrebbe che quella studiosamente seguitassero, questo odiosamente fuggissero. Accioché adunque il conoscimento di questa bellezza come acutissimo stimolo ci spingesse al seguitarla, con singulare artifizio Aristotile ne libri de la filosofia morale disegnandola, si ingegnò presentarcela davanti a gl'occhi, perché da la sua vaghezza presi, ogni nostro pensiero et opera rivoltassemo ad acquistarla. E perciò che questo dignissimo e gran filosofo, nel trattare troppo sottilmente le scienze, è stato in tal guisa oscuro che da molti per avventura non è pienamente inteso, pare che in lui solo si ricerchi qualche chiarezza. Pertanto desiderando io sommamente che mentre che la Santità vostra è tutta intenta a correggiere il mondo et indirizzarlo ne la vera strada de la religione, parimente Aristotile con più facilm modo che per l'addietro non ha fatto, a l'acquisto de buon costumi ci guidasse, ho cercato con ogni mio sforzo in nuova maniera renderlo chiaro, accioché in questo nostro seculo ciascuno per diverse vie si indirizzasse al ben fare. E mi avvisai dovermi venir fatto, prima traportando la sua scienza in una lingua più comune, et agevole che la greca o la latina non è, dipoi sciogliendo molte difficultà de le quali egli ad arte volse esser ripieno. Hora queste fatiche, quali elle si siano, ho voluto offerire a la B.V. accioché il mondo conosca che in ogni mio pensiero, in ogni operazione et in ogni studio, ho l'infinita sua bontà per mio fine et oggietto, al servizio de la quale, havendo già tanti anni consecrata la vita mia, meritamente ciò che da me viene, debbe esser suo. Supplico adunque la grandezza de l'animo suo humilmente, che non isdegni questo segno de la devozion mia, più per farmi degno di tanto honore, che per altra satisfazion sua, accioché io possi (sapendo ciò non le essere a noia) il restante de la filosofia d'Aristotile, più prontamente trattare con il medesmo stile. Per mostrare, com'io mi sforzo far sì, ch'io non sia al tutto da reputare indegno del favore, e de la grazia d'un tanto Principe. Di V. S.tà devotissimo et humilissimo servo Felice Figliucci.
<[*iii]r-[*iv]v> A LI LETTORI FELICE FIGLIVCCI. <inc> Quel campo (come dice il Filosofo) che non è prima ben cultivato, malagevolmente può a l'agricultore del seme ricevuto rendere il desiderato frutto. Il medesimo suole a agl'huomini avvenire, li quali, se prima gl'animi loro non hanno purgati da ogni affetto, esser non può che ammaestramento alcuno, o scienza che insegnata lor sia, apprendano giamai. <expl> Hora prima che veniamo a la propia materia et a la scienza scritta da Aristotile, non mi pare inconveniente fare un discorso intorno a la divisione e parti de la filosofia; per imitare li filosofi antichi, li quali nel principio de le opere loro sempre prepongono qualche proemio, accioché con quello preparino gl'animi de gl'ascoltanti.
<[*iv]v-[Aiv]v> SOPRA LI DIECI LIBRI DE LA / FILOSOFIA MORALE. / PROEMIO. <inc> Dovendo noi trattare li santissimi misterii e dichiarare li segreti precetti de la filosofia, tra le cui parti la morale tiene dignissimo luogo, come quella che a l'humana vita et a la conservazione de la Republica sia più che ogn'altra scienza giovevole, mi è parso conveniente e necessario che prima ad ogn'altra cosa si vegga la natura, e propietà di questa filosofia, accioché si intenda che cosa sia quella, de la quale disputiamo. <expl> Fu da tutti infinitamente ringraziato M. Claudio, e con gran piacere di ciascuno, il restante del caldo fu con piacevoli e varii ragionamenti et altri trattenimenti trapassato. Il seguente giorno adunque, a l'hora solita ritornati tutti li sopra detti gentil'huomini, e dentro ad una sala freschissima a sedere posti, quando tempo gli parve, stando ciascuno attentissimo, in cotal forma incominciò a parlare M. Claudio.
<1-59> DI FELICE FIGLIVCCI SENESE / DE LA FILOSOFIA MORALE / LIBRO PRIMO. / Persone che nel ragionamento si introducono. / M. CLAVDIO E M. ANTONIO / TOLOMMEI. / De l'universale appetito del bene, e de la diversità de fini. / Capitolo Primo. <inc> Volendo noi trattare de le virtù morali, è necessario prima sapere in quante parti si divida la filosofia morale; e però dovete sapere (secondo che afferma Eustrathio, la dottrina del quale io voglio che seguitiamo nel dichiarare Aristotile) che questa filosofia è di tre sorti. Una de le quali ha per subietto un huomo particulare, e intorno a quello si esercita, e quello cerca far perfetto co 'l mezo de le buone e virtuose operazioni. <expl> E s'io sanza altrimenti dichiararvi questa voce habito ve l'ho così liberamente detta, non vi sia maraviglia, perché si replicherà tante volte che la intenderemo, per hora teniamo che tanto sia a dire habito, quanto virtù; tale che, per tornare homai al proposito, noi vediamo la diversità tra le virtù morali e le intellettive, et in che parti de l'anima si ritruovino. E que
sto basta per hoggi. Domane seguiremo il cominciato nostro proponimento, sì che venite che vi aspetto. E questo detto tutti da lui pigliando licenza a le lor case n'andarono.
<59-90> <book 2>
<90-135> <book 3>
<136-182> <book 4>
<183-240> <book 5>
<240-291> <book 6>
<292-348> <book 7>
<348-393> <book 8>
<393-437> <book 9>
<438-504> DI FELICE FIGLIVCCI SENESE / DE LA FILOSOFIA MORALE / LIBRO DECIMO. / che il filosofo morale ha da / trattare del piacere. / cap. primo. <inc> Pareva che il sole, allora che quasi immobile sopra di noi mostra fermarsi, con meno ardenti raggi riscaldasse la terra, et oltra il solito; una suave aura spirasse, il giorno che a li ragionamenti de la filosofia morale doveva imporsi fine, il che forse avveniva, accioché si agevolasse il camino a li virtuosi giovani, che ad ascoltare il Tolommeo venivano, li quali tutti desiosamente erano concorsi a la solita loro audienza. <expl> In tanto io mi sforzerò di prepararvi de la abondantissima dispensa del nostro Aristotile un'altra lautissima e delicata mensa. E questo detto con grande applauso e satisfazione di ciascheduno ascoltante, si levò in piedi et andatosene in una sua camera (però che il giorno già basso era) diede a ciascheduno combiato [sic]. IL FINE.
<TTTr-[XXXiii]v> TAVOLA DE LE / MATERIE DI TVT- / ta l'opera.
<59-90> <book 2>
<90-135> <book 3>
<136-182> <book 4>
<183-240> <book 5>
<240-291> <book 6>
<292-348> <book 7>
<348-393> <book 8>
<393-437> <book 9>
<438-504> DI FELICE FIGLIVCCI SENESE / DE LA FILOSOFIA MORALE / LIBRO DECIMO. / che il filosofo morale ha da / trattare del piacere. / cap. primo. <inc> Pareva che il sole, allora che quasi immobile sopra di noi mostra fermarsi, con meno ardenti raggi riscaldasse la terra, et oltra il solito; una suave aura spirasse, il giorno che a li ragionamenti de la filosofia morale doveva imporsi fine, il che forse avveniva, accioché si agevolasse il camino a li virtuosi giovani, che ad ascoltare il Tolommeo venivano, li quali tutti desiosamente erano concorsi a la solita loro audienza. <expl> In tanto io mi sforzerò di prepararvi de la abondantissima dispensa del nostro Aristotile un'altra lautissima e delicata mensa. E questo detto con grande applauso e satisfazione di ciascheduno ascoltante, si levò in piedi et andatosene in una sua camera (però che il giorno già basso era) diede a ciascheduno combiato [sic]. IL FINE.
<TTTr-[XXXiii]v> TAVOLA DE LE / MATERIE DI TVT- / ta l'opera.
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08/03/2013
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Eugenio Refini, ‘De la filosofia morale libri dieci. Sopra li dieci libri de l' Ethica d' Aristotile.’, in Vernacular Aristotelianism in Renaissance Italy Database (VARIDB)
<https://vari.warwick.ac.uk/items/show/4518> [accessed 21 November 2024]
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