L'anima d'Aristotele

Title

L'anima d'Aristotele

Description

8°. A-D4, E2. ff. 18. Dedication and text italics. mm. 100x150.

Date

1551

Contributor

Type

Prose

Identifier

Is Referenced By

Cranz-Schmitt 1984: 108.223.

Spatial Coverage

Edition ID

153

Genre

Copy seen

Oxford, Bod, Byw. K 2.4 (2)

Title page

[within decorated frame = Segni 1551] L'ANIMA / D'ARISTOTELE / LA COGNITION DELLA QVA / le è necessaria molto all'intelligenza del / l'Ethica per esser materia congiunta, / & breuemente raccolta. // Al Nobile M. Pandolfo Attauanti. // Con Priuilegio dell'Illustriss. Senato / Venetiano, per anni X. // IN VINEGIA / M D LI.

Colophon

<18v> Stampata in Venetia Per Bartholomeo / detto l'Imperador. Ad instantia / de Baldisar Constantini, Al / Segno di San Zorzi.

Paratextual elements

1. epistle by Francesco Sansovino to Pandolfo Attavanti gentilhuomo fiorentino, ff. Aiir-v.

Notes

The Oxford copy is bound with Segni's translation of Aristotle's Ethics (Oxford, Bod, Byw. K 2.4 (1).

Internal description

<A iir-v> AL MAG. ET HO / norato m. pandolfo / attavanti gentil / hvomo fioren / tino. <inc> Io non so Mag. M. Pandolfo che cosa si convenga più allo huomo che giovare a ciascuno secondo la sua qualità; perciò ch'essendo noi nati l'un per l'altro mal fa colui che potendo operare resta di mostrarsi huomo all'altro huomo; il qual dimostramento alhora è grato a gli huomini e a Dio quando ch'egli procede per nostra libera volontà; perché ne seguita che quantunque colui che fa beneficio non pensi a merito alcuno, nondimeno i ricordevoli delle buone operationi non lasciano che s'operi nulla in vano. Considerando adunque tra me medesimo ch'il giovare a gli altri è officio mio propio che sono huomo, et vedendo che la cognitione della Anima arreca grandissimo frutto alle genti; ho voluto che si vegga l'anima d'Aristotele in questa lingua toscana et sotto il nome di persona ch'io tengo per padre: accioche coloro che leggeranno quest'opera possano apertamente vedere di che importanza sia la cognition di se stessi et per conse=
guente che si sappiano preparare a civilmente vivere apprendendo i costumi ch'Aristotele insegna così dottamente io ve ne faccio un presente; essendo più che certo, che per me non vi si può dar maggior cosa che l'anima. Et a qual huom poteva io darla più meritamente ch'a voi? Già si sa per ogniuno che voi nobile di sangue, ma d'animo nobilissimo et grande, havete sempre ne vostri maggior negotii stimato grandemente le lettere et non solamente quelle che contengono le cose d'i cieli come è la sfera, ma quelle etiandio che comprendono il viver Politico et morale. Si sa per ogniuno con che fervenza d'animo voi havete favorito gli huomini virtuosi nelle loro occorrenze. Si sa con quanta amorevolezza voi abbracciate coloro che essendo buoni son ricorsi a voi per aiuto, essendo certi che voi molto ben conoscete che la mercè che vi si promette dalla lor virtù non è fragile; breve et caduca, ma salda, stabile et eterna. Et chi ne può render maggior testimonianza ch'i più eccellenti huomini che habbia la nostra natione da voi accarezzati in ogni tempo? Ma perché mi vad'io distendendo nel raccontar quel che è manifesto a ciascuno? Io so che voi riguardarete in questo mio effetto più all'animo mio ch'alla qualità della cosa: et però facendo fine, offerendovi me medesimo, vi prego ch'attendiate alla lettura della seguente materia.

<[1]r-18v> DELLO HVOMO / INTERIORE ET ESTE / RIORE. <inc> L'anima è quella prima perfettione la quale con certo che di potere contiene la vita nel natural corpo composto et distinto di membra et di cose simili a quelle. Ella non può esser corpo perciò che niun corpo vive da sé se non è mosso dall'anima. Il corpo essendo sostanza non è contenuto da materia sobbietta. Ma l'anima si vede bene in corpo sobbietto. Si ha detto che l'anima è perfettion del corpo naturale; perciò che chiara cosa è che tutto quel ch'è fatto per natura è più eccellente et più nobile di quel ch'è fatto per arte. Quel ch'è fatto per arte, non potendo esser la sua forma di sostanza; consiste di sola materia la quale ha nel vero vista di sostanza. L'anima non può esser in corpi, che non hanno apparecchiati i loro instromenti, sì come più oltre vedremo discorrendo. <expl> <18r> Ma sì come tutti gli altri animali hanno i suoi appetiti così lo huomo ha la sua volontà: il qual appetito discende sempre da qualche ragione del bene et del male. Da questa nasce la Pratica o l'attiva, la quale è potentia dell'intelletto et più accomodata a fuggir et a seguitar le cose che la contemplativa. Perciò che l'attiva considera le cose particolari: ma la contemplativa l'universali. L'universali hanno il moto da lontana par<18v>te. Ma le particolari tosto ci dettano o che noi seguitiamo o che noi fuggiamo. La volontà adunque consistendo di ragione harà differentia tra le sue operationi le quali s'obbediscono alla ragione l'appetire suo sarà naturale et ragionevole: perch'egli è il dovere che le cose superiori siano preposte alle inferiori: ma s'elle ripugnano alla ragione, si corrompe l'ordine della natura. Ma basti fino a qui haver dimostrato che cosa sia l'anima: vegniamo hora all'Ethica la quale è veramente l'adornamento dell'anima percioche ella contiene quel che bisogna adoperare a conservation d'essa anima. Ella adunque comincia in questa maniera. IL FINE.

Branch of philosophy

Record last updated

08/03/2013

Record last updated by

Eugenio Refini

Collection

Citation

Eugenio Refini, ‘L'anima d'Aristotele’, in Vernacular Aristotelianism in Renaissance Italy Database (VARIDB)
  <https://vari.warwick.ac.uk/items/show/4601> [accessed 26 December 2024]