De la virtù
Title
De la virtù
Description
Paper; misc., comp. (4 units); ff. [II], 53. Relevant unit (17r-30v): mm. 214_165. In this ms. the commentary surrounds the text, whereas in the two other mss. it follows the text.
Creator
Contributor
Type
Prose
Identifier
Is Referenced By
Iter: II, 436a.
Audience
Shelfmark
Manuscript ID
32
Foliation
ff. 17r-30v
Seen
Yes
Internal description
<17r> Epistola di frate Lazaro Gallineta humile maestro in theologia ad il sp.le et nobile citadino venitiano Missier Bernardo Iustiniano de Missier Nicolò comincia. <inc> Ad questi giorni misier Bernardo carissimo essendo aquanto libero e sciolto da quei pensieri che sogliono al tuto occupare altrui e come inimico de l'ocio volendo quello transferire in laudabile e virtuoso exercicio. <expl> E non dubito essendo voi di ley singulare amatore e non meno de gli amici studioso <18> agradireti la so venuta, et anche aprezzireti l'animo e la voluntà mia la quale come per lo passato tempo è stata, cusì fina [sic] a lo extremo cenere ad voy serà per intiera fede e vera amicicia coniunctissima.
<18r> <text> Qui comincia la opera del clarissimo philosopho Aristotile peripatetico de la virtù. <inc> Digne di lode sono le cosse buone: e le cative sono da biasemare: et tra le cosse buone le virtù sono le più excellente. E tra le cative gli vitii: et anchora le cagione de le virtù: e quelle cosse che da loro procedono et insieme le loro operationi sono laudevoli: e le cosse a queste contrarie sono colpevoli. Ma per che secondo Platone l'anima
<18r> <text> Qui comincia la opera del clarissimo philosopho Aristotile peripatetico de la virtù. <inc> Digne di lode sono le cosse buone: e le cative sono da biasemare: et tra le cosse buone le virtù sono le più excellente. E tra le cative gli vitii: et anchora le cagione de le virtù: e quelle cosse che da loro procedono et insieme le loro operationi sono laudevoli: e le cosse a queste contrarie sono colpevoli. Ma per che secondo Platone l'anima
nostra ha tre parte, rationale, irascibile et concupiscibile, de la parte rationale la sua virtù è prudentia; de la irascibile mansuetudine e fortezza; de la concupiscibile modestia e temperantia. <24r-v> <expl> Et a la virtù s'apartiene li digni e benemeriti: et amare li buoni e probi: e cum odio perseguitare li cativi: e non essere cupido a punire e vendicare: anci misericordioso, placabile e benivolo: et a questa virtù
consiegueno bontà, dirittura, lo essere grato, buona speranza; et oltra questo essere de le ditte parti amabile: et essere studioso de li amici e compagni e di forestieri: amatore di humanità e di honestà: le quali tute cosse sono annumerate tra le cosse laudevoli. E li vicii sono a queste parti contrarii e qualunque cossa s'apartengono a li vizii, e quelle consieguono sono istimate vituperabili. Finis.
<17r> <comm> <introduction> Ne la presente opera questo excellente Philosopho dimostra col suo divino ingegno la imagine de la virtù: de la quale più ampla e copiosamente ha tractato ne gli altri suo libri: et maximamente ne l'Ethica sua. Ma qui quasi come in una picola summa brievemente procede parlando grave et sententioso, non come poeta over historico qualmente fecero questi do' moderni volgari, cioè Francesco Petrarcha e Joauanni Boccaci. Ma come vero philosopho morale ponendo quasi come una pratica a l'huomo virtuoso descrivendo prima la vertù e poi i loro contrarii cioè vitii: poi l'officio e natura de le virtù e vitii già descripti: e terzamente qual sono gli effetti che consegueno le ditte virtù e vitii buoni o cativi: per le quali descriptioni ogni animo nobile e generoso può in se medesimo cognoscer qual possiede: e de qual ha bisogno e qual più abunda in lui, vioè virtù o vicio, corregiendo et emendando la vita facilmente seguendo la virtù e schivando li vitii può pervenire a quella felicità la quale Aristotile pone per fine ad ogni libero et virtuoso homo <18r> <inc> Et anchor è la cagione de la virtù: in queste parole Aristotiles dimostra quanto la virtù sia da comendare et istimare: però che non solo lei, ma anche la sua origine e cagione e tute cosse da quelle prociedeno sono laudevoli: unde lui descrive ne l'ethica sua la virtù dicendo che virtù è un habito cioè una facilità, pronteza et agevoleza, overo una buona qualità di mente che fa buono colui che la possiede. <30v> <expl> Dirò che secondo lo apresarsi over dillongarsi da uno medesimo termine, il bene arduo possibile ad obtinere è obiecto de la speranza che seguita, et in quanto è impossibile ad ottenere, è obiecto de la desperatione che cum tristitia gli lassa et abandona: testimonio Aristotile nel 3° li° de l'Ethica.
<17r> <comm> <introduction> Ne la presente opera questo excellente Philosopho dimostra col suo divino ingegno la imagine de la virtù: de la quale più ampla e copiosamente ha tractato ne gli altri suo libri: et maximamente ne l'Ethica sua. Ma qui quasi come in una picola summa brievemente procede parlando grave et sententioso, non come poeta over historico qualmente fecero questi do' moderni volgari, cioè Francesco Petrarcha e Joauanni Boccaci. Ma come vero philosopho morale ponendo quasi come una pratica a l'huomo virtuoso descrivendo prima la vertù e poi i loro contrarii cioè vitii: poi l'officio e natura de le virtù e vitii già descripti: e terzamente qual sono gli effetti che consegueno le ditte virtù e vitii buoni o cativi: per le quali descriptioni ogni animo nobile e generoso può in se medesimo cognoscer qual possiede: e de qual ha bisogno e qual più abunda in lui, vioè virtù o vicio, corregiendo et emendando la vita facilmente seguendo la virtù e schivando li vitii può pervenire a quella felicità la quale Aristotile pone per fine ad ogni libero et virtuoso homo <18r> <inc> Et anchor è la cagione de la virtù: in queste parole Aristotiles dimostra quanto la virtù sia da comendare et istimare: però che non solo lei, ma anche la sua origine e cagione e tute cosse da quelle prociedeno sono laudevoli: unde lui descrive ne l'ethica sua la virtù dicendo che virtù è un habito cioè una facilità, pronteza et agevoleza, overo una buona qualità di mente che fa buono colui che la possiede. <30v> <expl> Dirò che secondo lo apresarsi over dillongarsi da uno medesimo termine, il bene arduo possibile ad obtinere è obiecto de la speranza che seguita, et in quanto è impossibile ad ottenere, è obiecto de la desperatione che cum tristitia gli lassa et abandona: testimonio Aristotile nel 3° li° de l'Ethica.
Paratextual elements
1. preface to Bernardo Giustiniani di Ser Niccolò, ff. 17r-18r.
Record last updated
08/03/2013
Record last updated by
Eugenio Refini
Collection
Citation
Eugenio Refini, ‘De la virtù’, in Vernacular Aristotelianism in Renaissance Italy Database (VARIDB)
<https://vari.warwick.ac.uk/items/show/4268> [accessed 21 November 2024]
<https://vari.warwick.ac.uk/items/show/4268> [accessed 21 November 2024]