Della Retorica d'Aristotile libri tre tradotti nella lingua italiana
Title
Della Retorica d'Aristotile libri tre tradotti nella lingua italiana
Description
Paper; ff. I, 158, I; mm. 145_205. Beautiful copy by a 17th c. cursive calligraphic hand; decorated title-page; each page is framed (mm. 115_168). Title on spine: 'Aristoteles / Rhetorica / XVII s.'.
Creator
Date
17th c.
Contributor
Type
Prose
Identifier
Is Referenced By
Iter VI, 309b.
Shelfmark
Manuscript ID
164
Foliation
ff. 1r-155v
Genre
Branch of philosophy
Internal description
<1r> Della / RETORICA / D'Aristotile / Libri Tre / Tradotti nella lingua Itali- / ana.
<3r-65v> DELLA RETORICA / D'ARISTOTE / LE / LIBRO PRIMO. Che la Reth.a sia Arte. Cap. I. <inc> Che la Retorica ha corrispondenza con la Dialettica, perché ambidue si travagliano intorno a certe cotali materie che da tutti gli huomini possono esser intese, e conosciute, né in scienza veruna determinata, e certa si maneggiano. La onde dell'una et l'altra in certa guisa partecipano tutti gli huomini, perché a tutti fin ad un certo segno dà l'animo di far inquisizione, di rendere ragione di cosa detta, o fatta, di diffendere, et d'accusare. <expl> Ma quando sarà stato giurato dalla parte si deve dire che chi lieva via il giuramento getta a terra tutte le leggi perché per questa cagione i Giudici havendo giurati osservano le leggi, e noi stimarermmo degno che voi, o giudici osserviate quelle cose che havete giurate e noi non le osserveremmo? E tutte l'altre cose che s'hanno da dire, che direbbe chiunque aggrandire volesse. Delle prove dunque d'artificio prive siasene detto a bastanza. / Il fine del Primo Libro della Rethorica d'Aristotele.
<66r-119r> DELLA RETORICA / D'ARISTOTE / LE / LIBRO SECONDO. De costumi et affetti. Cap. I. <inc> Donde s'habbino a prendere i luoghi per consigliare e sconsigliare, e per biasimare e lodare, accusare e difendere, e quai argomenti e propositioni siano atti al persuadere nel primo libro detto l'habbiamo, perché da esse e di esse si fanno gli enthimmemi per parlar propriamente in ciascheduna spetie d'orationi, ma perché la Retorica ha per fine il giudicio conciò sia che nel genere diliberativo si giudichi, et il genere giudiciale non è altro che un
<3r-65v> DELLA RETORICA / D'ARISTOTE / LE / LIBRO PRIMO. Che la Reth.a sia Arte. Cap. I. <inc> Che la Retorica ha corrispondenza con la Dialettica, perché ambidue si travagliano intorno a certe cotali materie che da tutti gli huomini possono esser intese, e conosciute, né in scienza veruna determinata, e certa si maneggiano. La onde dell'una et l'altra in certa guisa partecipano tutti gli huomini, perché a tutti fin ad un certo segno dà l'animo di far inquisizione, di rendere ragione di cosa detta, o fatta, di diffendere, et d'accusare. <expl> Ma quando sarà stato giurato dalla parte si deve dire che chi lieva via il giuramento getta a terra tutte le leggi perché per questa cagione i Giudici havendo giurati osservano le leggi, e noi stimarermmo degno che voi, o giudici osserviate quelle cose che havete giurate e noi non le osserveremmo? E tutte l'altre cose che s'hanno da dire, che direbbe chiunque aggrandire volesse. Delle prove dunque d'artificio prive siasene detto a bastanza. / Il fine del Primo Libro della Rethorica d'Aristotele.
<66r-119r> DELLA RETORICA / D'ARISTOTE / LE / LIBRO SECONDO. De costumi et affetti. Cap. I. <inc> Donde s'habbino a prendere i luoghi per consigliare e sconsigliare, e per biasimare e lodare, accusare e difendere, e quai argomenti e propositioni siano atti al persuadere nel primo libro detto l'habbiamo, perché da esse e di esse si fanno gli enthimmemi per parlar propriamente in ciascheduna spetie d'orationi, ma perché la Retorica ha per fine il giudicio conciò sia che nel genere diliberativo si giudichi, et il genere giudiciale non è altro che un
giudicio è necessario riguardare non solo al modo dell'oratione, che sia demonstrativa e degna di fede, ma si deve ancora preparare se stesso e 'l giudice che l'uno e l'altro sia ben affetto. <expl> ma perché di tre cose si deve trattare intorno all'arte del dire, degl'esempi, e sententie et enthimemi, et in somma dell'altre cose che s'appartengono a proferire i sentimenti dell'animo, e d'onde n'abbonderemo e come potremmo [.]are gl'argomenti, siasene da noi sin qui detto a bastanza. Resta che favelliamo dell'elocutione e dell'ordine. / Fine del secondo libro.
<119v-155v> DELLA / RHETORICA / D' / ARISTOTELE / Libro Terzo / Cap. I. Che l'elocutione vaglia molto in tutte, ma assaissimo nell'arte rethorica e parimente l'attione e pronunciatione. <120r> <inc> Conciosia che tre siene le cose che si devono considerare nell'arte del favellare, una, onde si cavino le prove, ch'è l'inventione; l'altra circa l'elocutione, la terza circa la disposizione delle parti dell'oratione. Delle prove si è ragionato di sopra, et da quante cose s'acquistino, cioè da tre, et queste quali sieno, e perché sieno tre, e non più, imperoché o gl'uditori restano persuasi perch'essi sono in qualche modo affetti, o per essere l'oratore stimato huomo da bene, o finalmente per esser dimostrato che la cosa sta in quel modo. <expl> All'ultima parte poi della peroratione conviene il parlar sciolto senza coniuntione, acciò paia epilogo e non oratione, come s'alcuno [serri] tutta l'oratione così. Io ho detto. Havete inteso. Possedete il tutto. Date giudicio. / Il fine del terzo et ultimo libro della Retorica d'Aristotile.
<119v-155v> DELLA / RHETORICA / D' / ARISTOTELE / Libro Terzo / Cap. I. Che l'elocutione vaglia molto in tutte, ma assaissimo nell'arte rethorica e parimente l'attione e pronunciatione. <120r> <inc> Conciosia che tre siene le cose che si devono considerare nell'arte del favellare, una, onde si cavino le prove, ch'è l'inventione; l'altra circa l'elocutione, la terza circa la disposizione delle parti dell'oratione. Delle prove si è ragionato di sopra, et da quante cose s'acquistino, cioè da tre, et queste quali sieno, e perché sieno tre, e non più, imperoché o gl'uditori restano persuasi perch'essi sono in qualche modo affetti, o per essere l'oratore stimato huomo da bene, o finalmente per esser dimostrato che la cosa sta in quel modo. <expl> All'ultima parte poi della peroratione conviene il parlar sciolto senza coniuntione, acciò paia epilogo e non oratione, come s'alcuno [serri] tutta l'oratione così. Io ho detto. Havete inteso. Possedete il tutto. Date giudicio. / Il fine del terzo et ultimo libro della Retorica d'Aristotile.
Record last updated
08/03/2013
Record last updated by
Eugenio Refini
Collection
Citation
Eugenio Refini, ‘Della Retorica d'Aristotile libri tre tradotti nella lingua italiana’, in Vernacular Aristotelianism in Renaissance Italy Database (VARIDB)
<https://vari.warwick.ac.uk/items/show/4400> [accessed 3 December 2024]
<https://vari.warwick.ac.uk/items/show/4400> [accessed 3 December 2024]