I quattro libri meteorologici di Aristotele tradotti ed esposti

Title

I quattro libri meteorologici di Aristotele tradotti ed esposti

Description

Paper; ff. II, 501; mm. 266_200. Title on spine: 'Meteora d'Arist. del Venturelli'. Beautiful dedicatory copy; follows the layout of contemporary printed books.

Date

1617 c.

Contributor

Type

Prose

Identifier

Is Referenced By

Stornajolo 1902-1921: III, 270.

Manuscript ID

204

Foliation

1r-501r

Seen

Yes

Branch of philosophy

Internal description

<IIr n.n.> <title-page with Della Rovere coat of arms> I QVATTRO LIBRI / METEOROLOGICI / DI ARISTOTELE // TRADOTTI ED ESPOSTI / IN / LINGVA VOLGARE / DA / VITTORIO VENTVRELLI / DA VRBINO.

<1r-v> <epistle> Al Ser.mo sig. mio sig. e padrone singolariss. il sig. D. Francesco Maria Feltrio della Rovere duca VI d'Urbino. <inc> Hanno così dell'oscuro e del difficile, serenissimo signore e contengono speculationi così profonde i quattro libri meteorologici d'Aristotele ch'io senz'altro non havrei per me stesso havuto ardire di tradurli ed esporli nell'italiana favella, se dal Signor Conte di S. Angelo questa prossima estate non mi fosse stato detto che l'A.V. Non si sarebbe sdegnato di leggere per suo diporto se qualche fatiga havessi in pronto sopra o le Meteore o i Parvi Naturali; le quali parole, quasi stimoli e fiamme, in modo mi punsero e m'infiamarono ch'io smenticato della propria debolezza e molto maggiormente la virtù de suoi commandamenti (che tali sono anche i cenni) che le mie forze attendendo, immantinente mi posi dal bel principio a tradurre et ad esporre così bell'opra; alla quale senz'interrompere giamai l'intrapreso corso, ho di maniera l'affetto applicato e l'opera che (a Dio gratia) è già condotta a fine. Quindi io timido e ri
1v
verente insieme all'A.V. l'offero e dono, alla quale quasi prima che nato e per obligo e per elettione dedicai me stesso. Supplicandola per quella benignità che è sua propria anzi di riguardare alla grandezza dell'animo mio che alla bassezza, ch'alla povertà, ch'alla picciolezza dell'offerta. Onde per compimento del tutto resta solo che l'A.V. Serenissima mi conservi la sua gratia, e mi diffenda sotto la sua protetione: ch'io pregando et augurando tanto all'A.V. quanto al serenissimo prencipe e figlio ed a tutta la serenissima casa longhissima vita e la desiderata prosperità per fine humilissimamente l'inchino.
Humilissimo e fidelissimo servo e suddito Vittorio Venturelli.

<2r> Sonetto dell'Auttore / Al Ser.mo Sig.r D. Francesco Maria Duca sesto d'Urbino / in dedicatione dell'opera. <inc> Questi de studi miei figli e sudori

<3r-4v> <prologue> Proemio al discreto lettore. <inc> Forsi a molti parerà strano e maraviglioso che io prima degli altri tutti habbia osato di traddurre ed esporre nella nostra italiana favella i libri meteorologici d'Aristotele <expl> Gradischino dunque la presente scrittura ed in breve aspettino i Parvi Naturali ed con largo e diligente commentario sopra il libro della Generatione degli animali. State sani.

<accessus> <5r-8v> De libri acromatici et esoterici <9r-11r> Dell'auttore <11r-13v> Del soggetto de libri meteorologici <13v> Dell'intentione <14r> Della continuatione <14r-v> Dell'inscrittione <15r-17v> De gli espositori

<18r-128v> <book 1>
<18r> <title-page> IL / PRIMO LIBRO / METEOROLOGICO / D'ARISTOTILE // TRADOTTO ED ESPOSTO / IN LINGVA VOLGARE / DA / VITTORIO VENTVRELLI / DA VRBINO
<19r> Il primo libro delle Meteore d'Aristotile tradotto ed esplicato nella volgar lingua da Vittorio Venturelli d'Urbino. / Cap. primo. / Tradottione del testo <inc> Dunque delle prime cagioni della natura e d'ogni moto naturale: di più delle stelle ben ordinate secondo il moto superiore e de corporali elementi e quanti e quali siano e della sgambievole [sic] mutatione loro e della generatione e corrotione in universale s'è detto prima. Ci resta per anche di questo metodo a considerar quello che tutti gli antichi chiamavano Meteorologia. <comm> Spositione. <inc> Volendo il prencipe de filosofi Aristotile incominciare nel presente libro a discorrere delle Meteore, cioè di quelle cose che nella parte più sublime dell'aere avvengono e constano come di materia di acqua e di terra, dalla virtù del calore in alto portate (che tale è l'interpretatione della voce greca meteorologico). <128v> <expl> Si sono addotte le cagioni delle mutationi de mari, de fiumi de fonti, e delle mutationi della terra, hora [seva] hora oppressa dall'acque. / Il fine del p° libro delle meteore d'Aristotele.

<129r-278v> <book 2>
<129r> <title-page> IL SECONDO LIBRO / METEOROLOGICO / D'ARISTOTILE // TRADOTTO / ED ESPOSTO IN / LINGVA VOLGARE / DA / VITTORIO VENTVRELLI / DA VRBINO
<130r> Il secondo libro meteorologico d'Aristotele / Tradotto ed esposto in lingua vuolgare / da Vittorio Venturelli d'Urbino. / Cap. primo. / Traduttione del testo. / <inc> Ma del mare e qual sia la sua natura e per che cagione tanta moltitudine d'acqua è salata. Ma di più diciamo della sua generatione da principio. <130v> <comm> Spositione <inc> propose il filosofo nel libro già da noi dichiarato di voler trattare di venti; il qual discorso fu posposto per la necessaria occasione, nata di ragionare de fiumi e de fonti. <278v> <expl> Ecco dunque o serenissimo signore com'io, per virtù de suoi cenni, che meco sono efficacissimi commandamenti, ho condotto a fine la traduttione e l'espositione del 2° libro meteorologico, ed in breve a Dio piacendo, in virtù della sua protettione, serà compito anche il rimanente dell'opera.

<279r-365r> <book 3>
<279r> <title-page> IL TERZO / LIBRO / METEOROLOGICO / D'ARISTOTILE // TRADOTTO ED ESPOSTO / IN LINGVA VOLGARE / DA / VITTORIO VENTVRELLI / DA VRBINO
<280r> Il terzo libro meteorologico / Tradotto ed esposto in lingua vuolgare / da Vittorio Venturelli di Urbino. / Breve proemio. <inc> Intorno al cominciamento del 3° libro è qualche discussione fra gl'interpreti, poiché alcuni non approvano che 'l suo principio sia dal trattato de lampi e de tuoni, non giudicando verisimile ch'egli si habbia da cominciare dalle procelle e da fulmini; avvengache si spezzi e s'interrompa così l'ordine delle materie intraprese. Alcuni altri all'incontro contendono e vogliono che 'l principio sia dove communemente si mette, essendo che la longhezza e la brevità di quelli assolutamente dal volere di chi scrive dipenda, e non da nessun altro motivo. Ma noi, poiché quanto alla verità delle cose poco importa, anzi nulla, se in quel modo o in quello il fatto passi, attenderemo all'ordine ed al cominciamento communemente seguito, lasciando ch'altri in tali materie inutili con più lunghe digressioni consumi il tempo; il che tanto più volontieri facciamo, poiché anche Alessandro, Olimpiodoro ed Averroè, e i più famosi interpreti
senza difficoltà prendono il cominciamento del libro come lo prendiamo noi.
<280v> Cap. p.° Traduttione del testo. <inc> Ma ragionamo dell'opere che restano di tale segregatione parlando nel modo già indotto; perché quello spirito, quando per picciole parti e sparsamente si diffonde, e sovente fassi e spira, et è di più sottili parti, genera il tuono ed i lampi. / <comm> Spositione. <inc> Poiché il filosofo verso il fine dell'antecedente libro propose di voler discorrere e del tuono e del lampo e della procella e del turbine <281r> e delle saette, accidenti memorabili e stupendi. <365r> <expl> Ed io serenissimo signore in virtù de suoi cenni hollo tradotto ed esposto, se non conforme a suoi meriti infiniti ed al mio desiderio, almeno, come comportava la propria debolezza in tanta oscurità, poiché il presente libro, sebene è picciolo, è però difficilissimo.

<366r-501r> <book 4>
<366r> <title-page> IL QVARTO LIBRO / METEOROLOGICO / D'ARISTOTILE // TRADOTTO / ED ESPOSTO IN / LINGVA VOLGARE / DA / VITTORIO VENTVRELLI / DA VRBINO
<367r> Il quarto libro delle Meteore d'Aristotele tradotto ed esposto in lingua volgare da Vittorio Venturelli da Urbino. / Il proemio / <inc> Il quarto libro meteorologico è stato giudicato quasi da tutti i più nobili scrittori della filosofia pienissimo di molte cose belle; ma difficile ed oscuro in modo tale che pare veramente la bellezza di quelle concorrere con la profondità delle questioni ch'egli contiene dal filosofo oscuramente ventillate e sollute sì per la naturale sua maniera di scrivere breve e concisa, ma nervosa e significante. <368v> <expl> Tale è l'opinione nostra nella materia c'habbiamo per le mani, la quale serà da noi [.] discorsi ed anche col disciogliere gli argomenti altrui, provata e confermata.
<368v> Cap. primo. Traduttione del testo. <inc> Ma perché si è stabilito che siano quattro le cagioni degli elementi, ma dalle combinationi di questi avviene che quattro siano gli elementi, dalle quali cagioni due certamente sono attive, la calidità e la frigidità, e due patienti, la siccità e l'humidità. <comm> <inc> Volendo il filosofo dopo l'haver trattato di misti imperfetti ne tre libri meteorologici, da noi di sopra esposti, discorrere di perfetti, nel bel principio riasume alcune cose ne discorsi della generatione e della corrottione dichiarati, che facilitano la strada per giungere al fine presupposto. <500v-501r> <expl> Con che si pone fine al cap., al lib. Ed all'epilogo, onde anche
noi mediante il divino aiuto ed il favore di V.A.S. Habbiamo terminato la traduttione e l'esposizione testuale de quattro libri meteorologici d'Aristotele. Restano i discorsi, a quali quanto prima applicaremo il pensiero.

Paratextual elements

1. epistle to Francesco Maria II Della Rovere, duke of Urbino, f. 1r-v;
2. sonnet by the author to the same dedicatee, f. 2r;
3. prologue to the readers, ff. 3r-4v.

Record last updated

08/03/2013

Record last updated by

Eugenio Refini

Collection

Citation

Eugenio Refini, ‘I quattro libri meteorologici di Aristotele tradotti ed esposti’, in Vernacular Aristotelianism in Renaissance Italy Database (VARIDB)
  <https://vari.warwick.ac.uk/items/show/4440> [accessed 21 November 2024]