I parvi naturali d'Aristotile tradotti ed esposti

Title

I parvi naturali d'Aristotile tradotti ed esposti

Description

Paper; ff. [2], 361; mm. 260_200. Beautiful copy (cf. mss. Urb. Lat. 1335, 1338).

Date

1617

Contributor

Type

Prose

Identifier

Is Referenced By

Stornajolo 1902-1921: III, 272-273.

Manuscript ID

206

Foliation

ff. 2r-357r

Seen

Yes

Internal description

<1r> <title-page> I parvi natvrali. // D'aristotile stagirita tra / dotti, ed esposti in lin / gva vvolgare ita / liana, da vittorio / ventvrelli da / vrbino.

<2r-4v> <epistle> Al Serenissimo signore, signo= / re e padron mio singolarissimo / il signore don Francesco / maria feltrio della rovere / dvca vi d'vrbino. <inc> Scrive nella seconda lettera a Dionigi Platone il divino che la sapienza e la potenza tendono per legge di natura nel medesimo e che sempre queste due sono sgambievolmente e con ansietà bramose l'una dell'altra, e che per ciò si seguono e si congiungono. Naturae quidem lege sapientia, potentiaque excellens in idem tendunt semperque ista duo se invicem affectant, prosequuntur, congrediuntur. <expl> Con che facendo punto, humilissimamente me l'inchino, augurando tanto all'A.V. quanto al serenissimo prencipe suo figlio, ed a tutta la serenissima casa lunghissima vita e la bramata posterità. D'Urbino li 24 settembre 1617.
D.V.A. Serenissima / Humilissimo e fidelissimo suddito e servo / Vittorio Venturelli

<5r> <index> Tavola / de gli opuscoli tradotti ed esposti

<6r-8r> <accessus>
<6r> Dell'Inscrittione <inc> Appresso i Greci questi opuscoli che si comprendono sotto nome di Parvi Naturali non hanno una inscrittione commune, ma ciascheduno ha scritto il proprio titolo. <expl> Parvi Naturali, che tanto vale quanto se detto havessero Piccioli libretti, piccioli trattati, o discorsi delle cosa naturali, et questo basti quanto al titolo.

<6r-7r> Dell'ordine. <inc> Intorno all'ordine non vi è difficoltà, poiché il filosofo da sé medesimo si dichiara così espressamente che nulla più; basterà dunque di enumerare l'ordine con che s'hanno a disporre senza più lunghi discorsi. <expl> ma per isfuggire la lunghezza l'habbiamo tralasciata, poiché ad ogni cenno di V.A. Serà pronta, ed è inserita
nell'altre spositioni sopra l'Anima.
<7r> Del soggetto <inc> Il soggeto al quale tutte le cose trattate ne parvi naturali si reducono è il corpo animato. <expl> e questo basti per hora per non essere più lungo in cose che non importano più che tanto.
<7v> Dell'auttore. <inc> L'auttore è Aristotile del quale habbiamo alcune cose apportate ne' Prolegomini de' Libri meteorologici, ai quali ci rimettiamo.
<7v-8r> De gli espositori. <inc> Intorno a quelli c'hanno scritto sopra i Parvi Naturali molto vi sarebbe che dire, perché Greci e latini et arabi hanno impiegata molta opera e gran diligenza in rendere chiari questi bellissimi discorsi. <expl> de' quali tutti il dare giuditio sarebbe impresa più curiosa che utile o lodevole, essendo meglio assai descrivere e fare opere ch'attendere a giudicare le fatte dagli altri.

<11r> Aristotile Stagi / rita del senso e del / sensibile / tradotto ed esposto / da Vittorio Ventvrel- / li d'Vrbino. / Traduttione. / Testo 1°. Capitolo 1°. / <inc> Poiché s'è prima determinato dell'anima per se stessa, e di ciascheduna delle virtù secondo la parte di quella, resta che degli animali e di tutte le cose c'hanno vita si consideri quali siano le proprie, et quali le communi operationi loro. <comm> Spositione. <inc> Il prencipe de peripatetici Aristotile con la solita esquisitezza e perfettione adusse e dichiarò la diffinitione dell'Anima ne' tre libri ch'egli scrisse di quella, ove trattò di lei semplicemen
te considerata per sé medesima. <171r> <expl> Fra le cose che s'hanno a dire prima bisogna trattare della memoria, e della reminiscenza, con che si dà fine all'epilogo, al capitolo, ed al trattato del senso e del sensibile ed il tutto ad honere si sua divina maestà. Il fine.

<173r> Aristotile della Me / moria, e della Remini / scienza tradotto, ed / esposto in lingva / vvolgare italiana / da Vittorio Ventvrl [sic] / li d'Vrbino. / Traduttione / Testo 1. Capitolo 1. / <inc> Si deve dire della memoria e del ricordarsi che cosa sia e da qual cagione si faccia ed a quali delle parti dell'anima convenga questa passione ed il rammentarsi. Poiché non sono i medesimi che bene si ricordono e che bene si ramentano. <comm> Spositione. <inc> Poiché 'l filosofo diffusamente nel dichiarato opuscolo del senso
e del sensibile dispiegò con la solita eccellenza la natura e l'operationi e gli uffitii de sensi e de sensibili esterni e particolari, e del senso commune, hora, com'egli anche nel fine dell'ultimo capitolo attestò, s'accinge a dichiararne la conditione e la proprietà, l'essere e l'altre cose. <238r> <expl> Habbiamo anche detto che cosa sia reminescenza, come si faccia, e per quale cagione, ricordato un principio, segua la memoria e la reminescenza dell'altro. Il fine dell'opuscolo della memoria e della reminiscenza.

<241r> Aristotile del Sonno / e della Vegghia tra / dotto ed esposto da / Vittorio Ventvrelli / d'Vrbino. / Traduttione. / Testo 1. Capitolo 1. / <inc> Bisogna considerare del sogno e della vegghia che cosa siano e se siano propie dell'anima o del corpo o communi, e se communi di quale parte dell'anima; e del corpo, e per quale cagione siano negli animali, e se tutti habbino l'uno e l'altro, o pure altri il sonno ed altri solamente l'altro ed altri nessuno di loro. <241v> Spositione. <inc> Intentione del filosofo in questi opuscoletti è di trattare dell'operationi dell'anima, il che fu di sopra atteso ed avvertito anzi Aristotile istesso nel bel principio lo spiega. Era dunque ragionevole che prima di quelle operationi trattasse che più intime e congiunte con l'anima sono, e perché fra queste il primo luoco ritiene il sentire. <302v> <expl> Il riposo conserva e però gli animali tall'hora dolcemente godono il sonno, participando in quello del riposo bramato. Con che si dà fine al presente opuscolo del sonno et della vegghia.

<307r> Aristotile Stagirita / de Sogni / tradotto, ed esposto / in lingva vvolgare / italiana / da Vittorio Ventvrelli / d'Vrbino. / Traduttione. / Testo primo. Capitolo primo. / <inc> Dopo queste cose bisogna trattare de sogni, e primieramente a quale parte dell'anima appariscano, e se questa sia passione della parte intellettiva o della sensitiva; poi che di quelle che sono in noi solamente con queste conosciamo qualche cosa. <307v> Spositione. <inc> Havendo il filosofo nel passato opuscolo a bastanza discorso della natura e della proprietà del sonno e della vegghia, hora comincia a trattare de sogni. Conciosiache veramente uffitio del sapiente sia ordinare le cose conforme alla natura loro, et dichiarare prima quelle, che prima sono. <357> <expl> E' ragionevole che molti i quali non sognano prima sognin poi, per le sopragiunte mutationi, per le quali altri diviene o atto o vero inetto ad una cosa, alla quale prima non era. Con che si chiude l'epilogo, il capitolo e l'opuscolo de' sogni. Il fine.

Paratextual elements

1. epistle to Francesco Maria II Della Rovere, duke of Urbino (Urbino, September 24th 1617), f. 2r-4v;
2. index, f. 5r.

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08/03/2013

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Eugenio Refini

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Citation

Eugenio Refini, ‘I parvi naturali d'Aristotile tradotti ed esposti’, in Vernacular Aristotelianism in Renaissance Italy Database (VARIDB)
  <https://vari.warwick.ac.uk/items/show/4442> [accessed 27 July 2024]