Fisionomia

Title

Fisionomia

Description

Paper; ff. II, 63, I; mm. 180_240; old binding in vellum.

Creator

Contributor

Type

Prose

Identifier

Manuscript ID

160

Foliation

ff. 3r-40v

Seen

Yes

Genre

Branch of philosophy

Internal description

<3r-v> <epistle> <inc> Sapendo io, Illustrissimo signor, quanto sia utile a chi da Iddio è posto al governo di popoli la filosofia, haveva quasi fatto fermo proponimento nel tempo che stava in Piombino, et che dall'obbligo il quale [insieme] col comune mi fusse dato, di farmi volgare qualche opera o di Platone o di Aristotile, non curandomi di cose di medicina per sapere in ciò voi essere dal vostro medico ottimamente servito. Che la filosofia al prencipe sia giovevole, anzi necessaria, da Platone fu scritto lasciato, quando egli disse al prencipe non altrimente necessaria essere la sapientia, che al corpo l'anima. Et beatissime dover essere le republiche se i filosofi signoreggino, o, al meno quelli che governano per certa divina sorte diano opera alla filosofia. Né cosa essere più pestilente della potenza et audacia la quale l'ignoranza accompagni. Per la qual cosa come ho potuto il meglio di latina ho fatta toschana la scienza et arte del conoscere i costumi degli huomini d'Aristotele scritta. La quale non poco tengo dovere a vostra signoria essere profittevole. Con
ciosia che il conoscere la natura de suoi servidori et famigliari solamente a prova sia al signore ispesse volte dannoso, et tal volta non sanza periglio. Né senza cagione da Aristotole [sic] et da molti altri inanzi allui n'è stato ampiamente scritto et egli partitamente a Alessandro Magno ne scrisse. M'è parso ancho convenevole d'aggiugnere la Fionomia di Rasi medico arabico a questa d'Aristotile per magior chiareza di lei. [Et] per essere ella scritta al re Mansore, col quale voi in parte non picciola somiglianza tenete a cui se questa mia piccola fadiga sarà aggrado prenderò animo alla giornata di togliere delle maggiori le quali vostra signoria conscerà [sic] se non degne di sé, non indegne al meno della mia buona voglia in servirle. Alla quale molto mi raccomando.

<4r> La Fisionomia cioè la scienza et arte di conoscere i costumi naturali scritta da Aristotole. / Il proemio. / <inc> Perché l'anime seguitano i corpi et esse adunque secondo se stesse et per sé non sono non patevoli da movimenti corporali; questo è assai manifesto nelle ebbriacheze et molestie. Per che molto alterati si vedeno l'anime dalle passioni de corpi, et all'incontra il corpo patire dalle passioni dell'anima, si fa chiaro per gli temori, et paure et tristeze e diletti. <4v> <expl> Ma sempre queste cose son vere. Adunque serà vera l'arte del conoscere i costumi naturali per la dispositione de corpi.

<4v> <book 1> La narratione. / <inc> Gli antinati adunque fisionomici si sforzano secondo tre modi di conoscere la natura degli huomini et ognuno d'essi ruguarda a una cosa, ciò è il luogo donde si fa la ragione fisionomica, perché altri fisionomizano dalle spezie degli animali ponendo secondo qualunque spetie un certo segnio del animale proprio alla detta spetie et la passione propria all'anima. <7r> <expl> Per che la disciplina non muta veruno di que' segni e quali usa il cogetteratore [sic] de costumi naturali.

<7v> IL SECONDO LIBRO DELLA FISIONOMIA D'ARISTOTILE. <inc> Bisogna adunque determinare intorno a che cosa è la fisionomia. Per che non è intorno a tutte. Et da che cose si pigli ognuno de segni. Di poi conseguentimente dichiarare le passioni di ciaschun de soggetti per li segni più manifesti. <14r> <expl> I ricordevoli son quelli e quali hanno il capo minuto et bello ben formato et carnoso di dovuta e buona carne.

<14r> IL TERZO LIBRO DELLA FISIONOMIA D'ARRISTOTILE. <14v> <inc> Mi paiono l'anima et il corpo insieme patire scambievolmente, in modo che l'habito dell'anima alterato insieme altera la forma del corpo. Dall'altra parte anchora alterata la complessione del corpo muta insieme l'habito dell'anima. <40v> <expl> Quelli che sono intorno al ventre son i menomi fra tutti et per dire in breve que luoghi del nostro corpo danno del tutto manifestissimi segni ne' quali appar sembianza et vista di più sapere.

<40v-51v> <tables> La tavola de' segni fiscionomici secondo diversi autori.

<51v> <new section> <inc> Parché Aristotile ha detto la misura del corpo humano doversi rapportare alla buona compositione, complessione d'esso, non al maschio né alla femmina, non sarà forse fuori di proponimento raccontare come protrò il meglio et brevità quel che il mio maestro M. Agostino da Sessa secondo l'openione de naturali ne scrive. Taccio Plinio et Solino di lui abbreviatore, i quali rendono testimonianza in termini de la lungheza et largheza del corpo humano non esser anchora stati discritti. <52v> <expl> Quinci è chiaro in qual guisa sintendono le regole de la fisionomia d'Aristotile, quando dice i piccoli di corpo son veloci, i grandi tardi et quando scrive que che hanno gli occhi grandi son pigri et si=
mil cose, per che sempre riferirà la grandeza, la piccoleza alla quantità del mezo et alla misura del tutto. Di cui basti haver in fin qui parlato.

<53r> La fisionomia d'Albube[tro] figliuolo di Zaccaria figlio d'Arasi la quale scrisse nel secondo trattato del libbro il quale egli scrisse al Re Mansore. […] <53v> <inc> In prima bisogna con somma diligenza guardare il colore del schiavo perché quando il colore è scemo di rosseza significa infermità del fegato. <61v> <exp> oltra questo devete sapere che i segni del viso et massimamente de gli occhi son più veritieri de tutti gli altri.

Paratextual elements

1. epistle to an unnamed prince written by the translator from Piombino, f. 3r-v;
2. tables, ff. 40v-51v

Record last updated

08/03/2013

Record last updated by

Eugenio Refini

Collection

Citation

Eugenio Refini, ‘Fisionomia’, in Vernacular Aristotelianism in Renaissance Italy Database (VARIDB)
  <https://vari.warwick.ac.uk/items/show/4396> [accessed 22 December 2024]