Il secondo libro della fisica tradotto per modo di parafrase
Title
Il secondo libro della fisica tradotto per modo di parafrase
Description
8°; A-G8; p. 107. Text in Roman.
Creator
Publisher
Date
1617
Contributor
Type
Prose
Identifier
Date Submitted
24/05/2012
Spatial Coverage
Edition ID
110
Copy seen
Rome, BNC, 12.31.I.28.1bis
Title page
IL SECONDO LIBRO / DELLA FISICA / Tradotto per modo di Parafrase in lingua / volgare. / Con vn Dialogo fra Platone, & Aristotile circa / l'origine, e duratione del Mondo; / Nel quale si sciolgono tutti gli apparenti argomenti fatti da / esso Aristotile intorno a questa materia./ Di Cesare Criuellati Fisico Viterbese. / All'Illustriss. & Ruerendiss. Sig. / IL SIG. CARD. DI S. SVSANNA. / [coat of arms] / In Viterbo. Con licenza de' Superiori. 1617.
Paratextual elements
1. epistle to the Cardinal of S. Susanna (Viterbo, October 12th 1616), p. 3-4;
2. preface to the readers, p. 5;
3. imprimatur signed by Andreas Oliverius and Troilus Accursinus Vic. Gener., p. 6.
2. preface to the readers, p. 5;
3. imprimatur signed by Andreas Oliverius and Troilus Accursinus Vic. Gener., p. 6.
Internal description
<3-4> All'illustrissimo, et reverendissimo Sig. Patron mio colendissimo, il sig. Cardinal di S. Susanna. <inc> La continua osservanza, che fin da fanciullo ho portato, e porterò sempre a V.S. illustrissima et reverendissima, et le molte et rare sue qualità e virtù, benissimo conosciute, e perfettissimamente sperimentate dalla Santità di N.S. Paolo V (a cui prolonghi l'immortale Iddio felicissima vita quanto desidera) per le quali è stata assunta da sua beatitudine all'altezza del cardinalato, m'invitano, anzi mi sforzano a far quello, che non solo i più intimi e famigliari, ma i più infimi servitori far sogliono in simil casi, cioè mostrare allegrezza indicibile di questa dal gran suo valore meritata salita <expl> con il quale facendo fine, le prego con tutto il cuore dal Signore vita, et felicità desiata, et insieme humilmente inchinandomele, le bacio l'infimo de le vesti. Di Viterbo li 12 d'Ottobre. 1616. Di V.S. Illustrissima et Reverendissima Devotissimo Servitore Cesare Crivellati.
<5> A' lettori. <text> Eccovi benignissimi lettori, con l'aiuto del Signore, il secondo Libro della Fisica, nell'istesso modo che il primo tradotto in questa nostra lingua; nel quale, se non m'inganno, co'l mezo d'alcune digressioni si verrà confermando quanto si è detto nel primo dell'origine del mondo; sciogliendosi di più da Platone nel finto Dialogo tutte le ragioni, che da Aristotile sono state fatte intorno all'eternità di quello; con dimostrare, che non è stata sua intentione ferma d'haver ciò dimostrato, et che non conclude la maggior parte di quelle se non per cagion di sopposto. Ricevete per tanto il desiderio ch'io ho di facilitare le cose sue, e degnatevi correggere dove scorgete errore, poiché come ho fatto sempre, il tutto rimetto al purgatissimo giuditio vostro, non pretendendo io d'esser huomo da non errare; e vivete felici.
<7-46> IL SECONDO LIBRO / DELLA FISICA / Volgarizzato per modo di Parafrase. / Che cosa sia Natura. Cap. I. <inc> Testo primo. Per venire in cognitione della Natura, dovemo prender come cosa notissima, che delle cose che sono, altre sono dalla natura, et altre da altra causa, cioè dall'arte. Dalla natura sono come gli animali, et le parti di quelli, le piante et i corpi semplici, come la terra, il fuoco, l'aere et l'acqua, essendo che questi et somiglianti si dichino esser dalla natura <expl> Né bisogna dire, che qui non si parli di diffinitione, perché Averroe dice espressamente, che, definitio hominis est animal rationale; sì che si parla di diffinitione et non altramente, oltre che Aristotile parla del fine, che è forma, per la quale dice esser necessaria essa materia. Et qui sia fine al secondo libro della Fisica a gloria di Dio benedetto, et ad utilità de' studiosi di questa scienza in questa lingua. Il Fine.
<47-106> DIALOGO / FRA PLATONE, / ET ARISTOTILE / Intorno all'origine, & duratione del Mondo. <inc> Aristotile. Hor vedi che pur t'incontrai una volta, et in modo, maestro mio, che tu non mi potrai fuggire, né ti potrai nascondere, come facesti già tante e tante volte, che non ostante che io incontrandoti, con tanto affetto ti salutassi, tu ad ogni modo non ti degnavi di voltarmiti, non che di rendermi il saluto, et facevi gli occhi grossi, come se io ti fossi stato nemico capitale. <expl> Platone. Ho voluto dir questo, acciò tu veda come è trattata da molti la verità; ma perché havemo in questo speso non poco tempo, con altra occasione ragioneremo di qualche altra cosa. A rivederci, Aristotile. Aristotile. Ti ringratio, e ti resto con obligo; a rivederci, pur che ci sia permesso il poterlo conseguire.
<5> A' lettori. <text> Eccovi benignissimi lettori, con l'aiuto del Signore, il secondo Libro della Fisica, nell'istesso modo che il primo tradotto in questa nostra lingua; nel quale, se non m'inganno, co'l mezo d'alcune digressioni si verrà confermando quanto si è detto nel primo dell'origine del mondo; sciogliendosi di più da Platone nel finto Dialogo tutte le ragioni, che da Aristotile sono state fatte intorno all'eternità di quello; con dimostrare, che non è stata sua intentione ferma d'haver ciò dimostrato, et che non conclude la maggior parte di quelle se non per cagion di sopposto. Ricevete per tanto il desiderio ch'io ho di facilitare le cose sue, e degnatevi correggere dove scorgete errore, poiché come ho fatto sempre, il tutto rimetto al purgatissimo giuditio vostro, non pretendendo io d'esser huomo da non errare; e vivete felici.
<7-46> IL SECONDO LIBRO / DELLA FISICA / Volgarizzato per modo di Parafrase. / Che cosa sia Natura. Cap. I. <inc> Testo primo. Per venire in cognitione della Natura, dovemo prender come cosa notissima, che delle cose che sono, altre sono dalla natura, et altre da altra causa, cioè dall'arte. Dalla natura sono come gli animali, et le parti di quelli, le piante et i corpi semplici, come la terra, il fuoco, l'aere et l'acqua, essendo che questi et somiglianti si dichino esser dalla natura <expl> Né bisogna dire, che qui non si parli di diffinitione, perché Averroe dice espressamente, che, definitio hominis est animal rationale; sì che si parla di diffinitione et non altramente, oltre che Aristotile parla del fine, che è forma, per la quale dice esser necessaria essa materia. Et qui sia fine al secondo libro della Fisica a gloria di Dio benedetto, et ad utilità de' studiosi di questa scienza in questa lingua. Il Fine.
<47-106> DIALOGO / FRA PLATONE, / ET ARISTOTILE / Intorno all'origine, & duratione del Mondo. <inc> Aristotile. Hor vedi che pur t'incontrai una volta, et in modo, maestro mio, che tu non mi potrai fuggire, né ti potrai nascondere, come facesti già tante e tante volte, che non ostante che io incontrandoti, con tanto affetto ti salutassi, tu ad ogni modo non ti degnavi di voltarmiti, non che di rendermi il saluto, et facevi gli occhi grossi, come se io ti fossi stato nemico capitale. <expl> Platone. Ho voluto dir questo, acciò tu veda come è trattata da molti la verità; ma perché havemo in questo speso non poco tempo, con altra occasione ragioneremo di qualche altra cosa. A rivederci, Aristotile. Aristotile. Ti ringratio, e ti resto con obligo; a rivederci, pur che ci sia permesso il poterlo conseguire.
Record last updated
08/03/2013
Record last updated by
Eugenio Refini
Collection
Citation
Eugenio Refini, ‘Il secondo libro della fisica tradotto per modo di parafrase’, in Vernacular Aristotelianism in Renaissance Italy Database (VARIDB)
<https://vari.warwick.ac.uk/items/show/4558> [accessed 15 October 2024]
<https://vari.warwick.ac.uk/items/show/4558> [accessed 15 October 2024]